(Nell’immagine di apertura, da sinistra a destra, partendo dall’alto: Elena Pagliarino, Andrea Paolucci, Sergio Capelli, Khaled Gueddim, Simona Lascialfari, Alessandra Clarizio; in basso: Lorenzo Carbone e Ramona Boglino)

Mercoledì 20 dicembre, presso Casa dell’Ambiente in corso Moncalieri 18, si è svolto a Torino un incontro riguardante la crescente minaccia delle ecomafie. L’evento è stato ispirato dal report annuale “Ecomafia 2023” stilato da Legambiente, un’organizzazione che, sin dal 1994, collabora con le forze dell’ordine per analizzare e monitorare la criminalità ambientale in Italia.

Cifre da sballo: 8,8 miliardi di euro e l’influenza sulla manovra economica

(Copertina del report redatto da Legambiente: “Ecomafia 2023”)

Il direttore di Legambiente Piemonte e Valle d’Aosta, Sergio Capelli, ha presentato dati allarmanti riguardanti le attività delle ecomafie nella regione. I principali settori colpiti includono il cemento illegale, i reati contro la fauna, il ciclo illegale dei rifiuti, i roghi dolosi, i reati nel settore agroalimentare, con un fatturato complessivo stimato di 8,8 miliardi di euro. Questo importo rappresenta quasi un quarto della manovra economica attualmente proposta dal governo.

Il curioso caso di Cuneo: ecoreati inaspettati nella provincia

Un aspetto sorprendente è emerso durante la presentazione, evidenziando che la provincia di Cuneo registra più ecoreati rispetto al capoluogo di provincia. Inoltre, sono stati sottolineati i gravi danni al patrimonio culturale dovuti a reati di archeomafia e la presenza diffusa di agromafie, che coinvolgono truffe per ottenere finanziamenti pubblici, falsificazioni di certificazioni e abusi di pesticidi.

La giornata ha visto la proiezione del cortometraggio “Unfinished Italy”, un affascinante film di 30 minuti che esplora gli ecomostri architettonici sparsi per l’Italia. Proposte innovative sono emerse per integrare queste opere incomplete nel paesaggio, trasformandole in parchi o piscine pubbliche.

Testimonianze e riflessioni degli attivisti

Successivamente, sono seguite testimonianze di attivisti come Ramona Boglino di Libera, Khaled Gueddim di Acmos e Andrea Paolucci dei Fridays For Future. Le loro parole hanno enfatizzato la necessità di lottare contro le mafie ambientali, evidenziando l’importanza della memoria e della resistenza.

Il dibattito con il pubblico ha aggiunto valore all’evento, mostrando un diffuso interesse e la volontà di partecipare attivamente alla ricerca di soluzioni concrete. Questa giornata  ha rappresentato un passo significativo verso una maggiore consapevolezza e mobilitazione contro le minacce ambientali. Ha sottolineato l’urgente necessità di un impegno collettivo per contrastare le ecomafie e costruire un futuro sostenibile.

Verso una maggiore consapevolezza e mobilitazione

L’incontro ha evidenziato che la lotta contro le ecomafie richiede un approccio integrato, collaborativo e impegnato da parte di tutti i settori della società. Solo attraverso una cooperazione efficace, diffusione di informazioni e azioni concrete sarà possibile preservare il nostro patrimonio ambientale e costruire un futuro più sano e sostenibile per le generazioni a venire.