Obsolescenza programmata: Desideriamo romperci?

Il terzo incontro del ciclo eventi “Ambiente per Tuttx!”, ideato e realizzato da Casa dell’ambiente, si è tenuto presso la sede dell’ente mercoledì 18 Gennaio ed è stato dedicato al tema dell’obsolescenza programmata: il fenomeno di invecchiamento precoce dei prodotti di consumo che ci spinge a comprarne di nuovi al di là delle loro effettive disfunzionalità.

L’evento è iniziato con l’intervento di Ginevra Scaglione, volontaria presso l’Istituto Scholé, che ci ha aperto il sipario illustrando la tematica in questione e la figura della regista Cosima Donnitzer, nota documentarista ambientalista impegnata in particolare nella tematica dei rifiuti nelle sue diverse declinazioni: obsolescenza programmata, consumismo, e-waste e “spreco del tempo”.
Successivamente è stato proiettato il  film open source Obsolescenza Programmata(Spagna / Francia, 2010, ‘75), ricco di materiale di repertorio, interviste e spezzoni divertenti. La pellicola, seppur abbia i suoi anni, rimane ricca di informazioni che aprono a riflessioni e rivelazioni legate a un mondo conosciuto ma di cui fatichiamo a volte ad avere una lettura obiettiva/realistica.

Dalla lampadina centenaria di Livermore-Pleasanton in cui ogni anno viene organizzata una festa di compleanno, al fenomeno della nuova “calza indistruttibile in nylon”, il documentario arriva a dimostrare che atti legislativi non molto conosciuti hanno messo le basi per implementare il profitto da parte delle grandi aziende a scapito dei clienti sempre più affascinati dall’offerta del sistema capitalista.

Perché la batteria del nostro nuovo smartphone dopo meno di mezzo anno ci crea problemi e costa meno comprare un nuovo dispositivo piuttosto che aggiustarlo?

All’appuntamento è seguito un piacevole dibattito e confronto con il pubblico in sala riguardo al tema, partendo dallo sviluppo legislativo riferito all’obsolescenza nei paesi più sensibili al tema, facendo un excursus sulle associazioni che si occupano di difendere i consumatori da questi meccanismi forzati di vendita, fino ad arrivare a chiedersi cosa produce questo procedimento e su chi si ripercuote più direttamente: principalmente sulle discariche a cielo aperto del terzo mondo, rimettendoci in qualità della vita oltre che economicamente, arrivando come ultimo anello della catena.

Cosa possiamo fare ?

Attraverso osservazioni con il pubblico si è pensato a delle pratiche più sostenibili e a una diffusione maggiore di informazione a favore del bene comune.
Ciò che è emerso è che bisogna soffermarsi a riflettere sulle proprie abitudini e comportamenti, a partire dal domandarsi perché si compra un oggetto e se ne si ha veramente bisogno o se è solo una compensazione momentanea di istinti non primari. Si intenda, non significa che non bisogna comprare in assoluto ma avere un controllo sulle proprie spese, comprando solo ciò che verrà davvero utilizzato e che durerà nel tempo; stando attenti alle scelte consigliate dalla pubblicità e dal marketing. Infatti confrontandosi si è parlato di piattaforme e siti che sarebbe bene consultare quando si sta per affrontare una spesa di un certo tipo – come l’acquisto di un telefono, una lavatrice o un frigorifero – e una delle associazioni più conosciute è Altroconsumo, l’organizzazione nata 1973 offre servizi e consulenza a tutela dei consumatori.
Aumentare la nostra attenzione è la risposta, contrastando la fretta che caratterizza quest’epoca.

Il ciclo di eventi di Casa dell’ambiente continua, vi aspettiamo con il prossimo appuntamento a tema Fast Fashion e moda sostenibile a Cinema Teatro Maffei sabato 4 Marzo.